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Esempi di tecniche applicate con successo per combattere flagelli letali

ResApp App

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ResApp to develop COVID-19 mass screening tool as adjunct to RATs and PCR

ASX-listed respiratory app technology developer ResApp is in the early stages of planning a randomised control trial of its new app-based diagnostic screening tool for COVID-19, following early results showing it had high sensitivity and good specificity.

The early clinical results showed it has potential use as a mass screening test prior to rapid antigen or polymerase chain reaction testing to rule out COVID-19.

Pfizer, quasi 120 milioni per l’app che rileva il Covid con un colpo di tosse

Secondo la società australiana che ha sviluppato l’algoritmo, il sistema ResApp compete coi test antigenici rapidi e ad agosto di quest’anno ha già ricevuto il marchio CE per l’uso in Europa

Pfizer, alla fine, ha formalizzato l’acquisizione, sborsando quasi 120 milioni di dollari, della piccola azienda australiana di assistenza sanitaria digitale ResApp che ha sviluppato un’app per smartphone in grado di diagnosticare il Covid-19 analizzando il suono della tosse. 

Il colosso farmaceutico, attraverso la sua controllata australiana, aveva proposto già lo scorso aprile un accordo per acquisire la società per circa 100 milioni di dollari australiani, circa 74,2 milioni di dollari, e ora l’operazione è conclusa.

ResApp Health da una decina d’anni utilizza algoritmi di apprendimento automatico per analizzare le registrazioni della tosse e dei suoni respiratori di una persona per determinare l’estensione di un’ampia gamma di malattie respiratorie tra cui polmonite, asma, bronchite e broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco).

Poi, nel 2020, con la pandemia il team ha rapidamente incorporato nella sua tecnologia di riconoscimento della tosse anche le diagnosi di Covid-19. E all’inizio del 2022 sono arrivati i primi dati di uno studio pilota, dal quale è emerso che il sistema è in grado di rilevare con precisione il 92% dei casi positivi di Covid, solo dal suono della tosse. Il sistema ha anche registrato un’elevata specificità (l’80%), il che significa che solo due persone su 10 sottoposte a screening hanno ricevuto risultati falsi positivi.

Il programma di ResApp, soprannominato ResAppDx, ad agosto di quest’anno ha già ricevuto il marchio CE per l’uso in Europa ed è stato approvato dalla Therapeutic Goods Administration australiana.

Pfizer, acquistata app che rileva il Covid con un colpo di tosse

120 milioni di dollari sborsati per l’acquisizione di ResApp Health, piccola azienda australiana che ha dato vita ad un’app in grado di diagnosticare il Covid-19 analizzando il suono della tosse. Questo è il definitivo accordo ufficializzato da Pfizer. L’azienda farmaceutica statunitense si è di conseguenza assicurata il sistema per smartphone che si appresta ad essere il futuro della diagnostica in materia di Covid-19. L’applicazione potrebbe infatti sostituire i test antigenici rapidi in un futuro non troppo lontano. L’app ha infatti giàricevuto il marchio CE per l’uso in Europa

Il colosso farmaceutico americano, attraverso la sua controllata australiana, aveva già proposto lo scorso aprile un accordo per acquisire la società per circa 75 milioni di dollari. L’operazione si è conclusa ora con qualche mese di distanza e con un conguaglio economico rilevante. ResApp Health è una piccola azienda che da una decina d’anni utilizza algoritmi di apprendimento automatico per analizzare le registrazioni della tosse e dei suoni respiratori di una persona, con il fine di determinare l’estensione di un’ampia gamma di malattie respiratorie: polmonite, asma, bronchite. Ma anche patologie più complesse come la broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco).

Gli studi sul Covid

Nel 2020, il team australiano ha rapidamente incorporato nelle proprie tecnologie anche la diagnosi di Covid-19. All’inizio del 2022 sono arrivati i primi dati di uno studio pilota dal quale è emerso che il sistema è in grado di rilevare con precisione il 92% dei casi positivi di Covid, solo dal suono della tosse. Il sistema ha inoltre registrato un’elevata specificità (l’80%), il che significa che solo due persone su 10 sottoposte a screening hanno ricevuto falsi positivi.

Secondo la società australiana l’innovativo software offre informazioni più chiare rispetto a ciò che un medico può raccogliere dall’auscultazione con uno stetoscopio, il quale può essere attuito dalle ossa e muscoli del petto. Secondo molti esperti oltreoceano l’app potrebbe essere impiegata per lo screening dei pazienti con una precisione che compete con i test antigenici rapidi. Inoltre, l’accordo con Pfizer permetterà alla tecnologia di crescere ed essere implementata. L’obiettivo è fornire strumenti diagnostici alla portata delle comunità più remote.

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Ha un’efficacia del 92%

ResApp riconosce l’eventuale positività al CovidLa tecnologia a supporto della medicina. Per scovare la positività al COVID arriva addirittura un’APP. 
Si chiama ResApp e consente di riconoscere l’eventuale positività al coronavirus utilizzando l’apprendimento automatico per analizzare i suoni della tosse e consentendo a chiunque di ricevere un risultato immediato, senza dover prenotare un tampone in farmacia o in una struttura sanitaria.

I riscontri, come riportato da Il Fatto Quotidiano, rivelano un’efficacia del 92%, ma va precisato che questo strumento, per quanto rappresenti un passo avanti notevole, non può essere paragonato a un test ufficiale. Per testare l’APP sono stati arruolati negli Stati Uniti e in India 741 pazienti, di cui 446 affetti da COVID. I partecipanti hanno completato i sondaggi su tutti i sintomi che stavano vivendo. Per farlo non hanno dovuto far altro che tossire in prossimità di uno smartphone con l’applicazione installata.

Le aziende farmaceutiche hanno già mostrato interesse per questa innovazione tecnologica. Pfizer, per esempio, si è offerta di acquisire ResApp al costo di 0,115 dollari per azione in contanti, che rappresenta un valore totale del patrimonio netto di circa 74,3 milioni di dollari.
Un processo simile era già stato fatto da ResApp sui pazienti affetti da alzheimer. Anche in questo caso il riconoscimento della malattia è stato possibile grazie biomarcatori biologici, legati alla forza delle corde vocali, alla respirazione e al degrado muscolare.

Covid, Pfizer investe sull’app che trova il virus al primo colpo di tosse

Alla base del funzionamento dell’applicazione una tecnologia di screeningcaratterizzata da un processo di machine learning che analizzerà grazie al microfono dei telefoni cellulari i colpi di tosse delle persone in prossimità del proprietario del device, anche se non si può comunque comparare alla prova di un tampone. Per addestrare l’Intelligenza Artificiale che caratterizza il software sono servite ore e ore di registrazioni, attraverso uno studio simile a quello svolto sui pazienti affetti da Alzheimer. Anche per questa malattia il riconoscimento può essere basato su biomarcatori biologici legati alla forza delle corde vocali, alla respirazione e al degrado muscolare. Una tecnica che mette in pratica l’idea che la raccolta dei dati da un colpo di tosse possa offrire informazioni più chiare rispetto a ciò che un medico sia in grado di fare attraverso l’auscultazione con uno stetoscopio. L’app ha comunque ancora margine di miglioramento, con un progresso che potrà essere conseguito sulla base della quantità di dati raccolti nel tempo. «Siamo certi che l’accordo con Pfizer sarà d’aiuto alla nostra ricerca per rendere questa tecnologia sempre più precisa e affidabile, soprattutto per le persone che ne usufruiranno nel prossimo futuro, già in questo autunno – confidano i vertici di ResApp – D’altronde il nostro obiettivo è quello di fornire alla comunità sempre nuovi strumenti per far fronte alle malattie, in questo caso per contenere un ritorno del Covid-19». 

Da circa 10 anni l’azienda ResApp Health, nata nel 2000 a Brisbane, si avvale degli algoritmi e dell’Ai per analizzare l’attività respiratoria delle persone sane, come di quelle affette da malattie polmonari. Lavorando inizialmente con polmonite, asma e bronchiti, negli ultimi due anni gli studi si sono concentrati soprattutto sul Covid, anche per via della diffusione della pandemia. L’app ha inoltre ricevuto lo scorso agosto il marchio CE per il suo utilizzo in Europa, già approvato dalla Therapeutic Goods Administration australiana. L’accordo con Pfizer le permetterà ora di essere ulteriormente implementata, con la possibilità che questa tecnologia possa presto offrire supporto anche alle comunità geograficamente più povere e remote, ambizioso e nobile obiettivo della società australiana (come raccontato anche da Udantha Abeyratne, uno dei primi sviluppatori) maggiormente raggiungibile grazie all’apporto delle più avanzate componenti digitali.