I vaccini
Dott. Francesco Santoro
In questi ultimi due anni è ricominciata la polemica sulle vaccinazioni e si sono creati gruppi di No-vax che hanno contestato l’uso dei vaccini dichiarandoli pericolosi. Quello che che i genitori dovrebbero capire è che il rischio di vaccinarsi oggi con i prodotti che sono ormai controllati a livello istituzionale, non soltanto da parte di chi li produce, ha ridotto moltissimo il rischio della vaccinazione. Ma di contro nessuno può affermare che i vaccini siano sicuri al cento per cento, qualunque sostanza noi introduciamo nel nostro corpo che sia un vaccino, che sia un farmaco, un antibiotico o un alimento, quello che tocchiamo, quello che respiriamo, può creare comunque una reazione avversa nel nostro corpo, specialmente di tipo allergico.
La differenza qual è? Che gli attuali vaccini che noi usiamo, sono sicuri da un punto di vista farmacologico e testati a livello internazionale, non soltanto dalle case farmaceutiche che li producono e danno una copertura per malattie molto gravi e molto importanti, alcune delle quali le abbiamo dimenticate perché non le vediamo più; della polio e della difterite oramai non se ne parla più, il vaiolo è stato debellato con le vaccinazioni, tant’è che adesso non è più obbligatorio farlo; questo perché i genitori dimenticano che queste malattie 30-40 anni fa uccidevano più di una bomba. Il non vaccinare per paura di complicanze non ha molto senso; le vaccinazioni che noi adesso usiamo in Italia, che sono quelle che si usano oramai a livello internazionale – la nostra scheda vaccinale è pari a quella americana e di tutti i Paesi europei – copre i nostri bambini e i non vaccinati da malattie che possono essere anche molto gravi. Molte volte si sente dire dai genitori “dottore che se la prendesse la varicella, si autovaccina”.
La varicella che tra tutte le malattie esantematiche è forse la meno pericolosa, può, in alcuni bambini, dare delle encefaliti molto gravi o delle lesioni cutanee deturpanti. Le vaccinazioni non fanno esporre la malattia, quindi, non fanno uscire fuori le complicanze della malattia stessa. Il morbillo, di cui si è molto parlato ultimamente per i discorsi dell’autismo o di altre cose simili, è una malattia pesantissima; chi si fa il morbillo in maniera seria si fa parecchi giorni di febbre altissima con uno stato di compressione organica veramente pesante e una volta che un adulto o un bambino ha superato la malattia non è finita, poiché il virus del morbillo è un virus che va a insediarsi nel sistema nervoso. In alcuni rari casi ma esistenti per mutazione genetica, dopo 5, 7, 10 anni ricompare con una forma gravissima che si chiama panencefalite subacuta sclerosante che ti uccide lì al momento; il vaccinato non fa le complicanze, il vaccinato non fa la malattia. Un bambino che fa un morbillo pesante è assente dalla società per 15-20 giorni. Nessuno può garantire una sicurezza al cento per cento dei vaccinima possiamo garantire la salute dei bambini che non si ammalano della malattia che noi copriamo con la vaccinazione e cosa più importante andiamo a proteggere anche quella parte di popolazione che non può vaccinarsi perché affetta da malattie che interessano il sistema immunitario e che rendono impossibile la vaccinazione, quindi è un dovere non soltanto per la nostra salute ma anche per quella degli altri.
Ormai sono anni che non vediamo più bambini neonati nascere con gravi malformazioni cardiache da rosolia, perché oramai tutte le donne sono vaccinate dalla rosolia. Non vaccinare per paura è giusto, è sacrosanto, si ha paura anche quando si deve fare una puntura di antibiotico, però bisogna bilanciare i rischi e i vantaggi; attualmente i vantaggi sono di molto superiori ai rischi. Un’altra cosa che deve essere chiara è che i bambini che devono essere vaccinati, visto che li vacciniamo dai primi mesi di vita perché così lo stimolo immunitario diventa più potente e dura tutta la vita, prima della vaccinazione devono essere controllati; non è assolutamente prudente prendere un bambino da casa e portarlo in un centro vaccinale senza che prima un pediatra l’abbia controllato. Se un bambino va a vaccinarsi e sta incubando anche una banale influenza e nessuno lo visita e nessuno se ne accorge rischia che quella vaccinazione amplifichi la malattia che sta incubando e diventi quindi una reazione sgradevole con febbre alta e dolori; non si può andare a vaccinare un bambino senza essere sicuri in maniera quasi totale che quel bambino in quei giorni stia bene; come è stato il bambino nell’ultima settimana, ha avuto febbre?, è stato raffreddato?, ha avuto diarree?, in famiglia si è avuto qualche problema con le vaccinazioni? il bambino ha qualche sindrome tipo la Guillan-Barré ?, bisogna fare quindi un’anamnesi medica ai genitori e una visita al bambino. Una volta che il bambino non ha rischi generici per la vaccinazione ed è in buone condizioni di salute si vaccina tranquillamente.
Le complicanze più frequenti per le vaccinazioni che si fanno sottocute tipo il morbillo, rosolia, varicella sono la febbre, che se compare, compare nel primo/secondo giorno della vaccinazione o nel quinto/decimo. Se qualche volta si avverte dolore nel punto di inoculazione, dura un giorno o due, anche quello passa. Altre reazioni normalmente non se ne vedono e bisogna tener conto che quando un pediatra o un medico è a conoscenza di una reazione abnorme ad una vaccinazione deve avvisare immediatamente le istituzioni, le Asl, che prendono queste informazioni e le controllano; per cui se si vede che ci sono reazioni strane per un certo lotto di vaccini immediatamente si blocca. Il controllo che si ha sui vaccini in produzione e in uso è maggiore del controllo che si ha sugli altri farmaci in generale, proprio perché sono sostanze che vengono usate alla popolazione in maniera estensiva.