Giuseppe Conte
Conte: “Dal 4 maggio più spostamenti, ma per la piena libertà bisognerà aspettare”
25 Aprile 2020
Le scuole riaprono a settembre, i prezzi delle mascherine saranno calmierati e c’è il massimo impegno contro la burocrazia per facilitare l’arrivo degli aiuti finanziari alle aziende: il presidente del Consiglio Giuseppe Conte rassicura gli italiani sull’impegno a facilitare la ripartenza del Paese dopo il 4 maggio, puntualizzando tuttavia la volontà di “procedere con cautela” nel timore di prevenire colpi di coda della pandemia. Ed agli alleati Ue e Nato preoccupati dagli aiuti in arrivo da Russia e Cina fa sapere: “Le nostre posizioni in politica estera non mutano, non possono certo dipendere dalla pandemia”. L’intervista avviene poco dopo la visita alle Fosse Ardeatine in occasione dell’anniversario della Liberazione dal nazifascismo, il premier ha sostato davanti alle lapidi delle 335 vittime della strage ed è pensando a loro che dice: “Chi tiene ai valori di libertà e giustizia non deve avere dubbi, deve festeggiare con il cuore ricolmo di gioia il 25 aprile”.
Presidente Conte, gli italiani stanno disciplinatamente affrontando il lockdown da ormai quasi un mese e mezzo. Lei sta lavorando a un dpcm che il 4 maggio riaprirà una parte dell’industria e dell’impresa del Paese. C’è la possibilità che in questo provvedimento siano allentate anche solo in parte le misure di restrizione sociale?
“Stiamo lavorando, proprio in queste ore, per consentire la ripartenza di buona parte delle imprese, dalla manifattura alle costruzioni per il 4 maggio. Non possiamo protrarre oltre questo lockdown: rischiamo una compromissione troppo pesante del tessuto socio-economico del Paese. Annunceremo questo nuovo piano al più tardi all’inizio della prossima settimana. La condizione per ripartire sarà il rigoroso rispetto dei protocolli di sicurezza, per i luoghi di lavoro, per le costruzioni e per le aziende di trasporto. Nel rispetto di queste condizioni rigorose, potranno riaprire, già la settimana prossima, passando però dal vaglio dei prefetti e con autocertificazione, attività imprenditoriali che consideriamo “strategiche”, quali lavorazioni per l’edilizia carceraria, scolastica e per contrastare il dissesto idrogeologico, come pure attività produttive e industriali prevalentemente votate all’export, che rischiano di rimanere tagliate fuori dalle filiere produttive interconnesse e dalle catene di valore internazionali. Il piano che presenteremo sarà molto articolato perché conterrà anche una più generale revisione delle regole sul distanziamento sociale. “Revisione” delle regole, voglio chiarirlo subito, non significa abbandono delle regole”.
Si può ipotizzare che entro maggio non sia più necessaria l’autocertificazione per spostarsi all’interno del proprio Comune?
“Non siamo ancora nella condizione di ripristinare una piena libertà di movimento, ma stiamo studiando un allentamento delle attuali, più rigide restrizioni. Ho già anticipato che non sarà un “libera tutti”. Faremo in modo di consentire maggiori spostamenti, conservando, però, tutte le garanzie di prevenzione e di contenimento del contagio”.
Molti genitori sono sconcertati dall’assenza del tema scuola nelle riunioni e nei documenti del governo o delle task force. Può impegnarsi a garantire almeno la riapertura a settembre?
“La scuola è al centro dei nostri pensieri e riaprirà a settembre. Ma tutti gli scenari elaborati dal comitato tecnico-scientifico prefigurano rischi molto elevati di contagio, in caso di riapertura delle scuole. È in gioco la salute dei nostri figli, senza trascurare che l’età media del personale docente è tra le più alte d’Europa. La didattica a distanza, mediamente, sta funzionando bene. La ministra Azzolina sta lavorando per consentire che gli esami di stato si svolgano in conferenza personale, in condizioni di sicurezza”.
Due genitori che lavorano come possono far fronte al problema delle scuole chiuse?
“Nel decreto in preparazione saranno previste misure specifiche di sostegno per i genitori che hanno figli a casa: congedo straordinario e bonus babysitting”.
Tra le riaperture in vista c’è anche quella delle Chiese. Ci saranno messe a numero chiuso?
“Abbiamo sollecitato al comitato tecnico-scientifico l’indicazione di nuove regole per le cerimonie religiose. Auspichiamo di poter venire incontro all’esigenza, fondamentale per i credenti, di accostarsi ai sacramenti. Una privazione che questa emergenza ci ha portato e che personalmente ho trovato particolarmente dolorosa, è la rinuncia ai funerali che significano anche un ultimo gesto di raccoglimento e di affetto nei confronti delle persone care che ci lasciano”.
Molti settori economici del Paese, pensi solo al turismo, non solo non sanno quando riapriranno ma nemmeno se. Cosa state facendo per scongiurare il fallimento di migliaia di imprese?
“Con il nuovo decreto annunceremo un programma di ripresa anche per le restanti attività economiche, anche se anticipo subito che bar e ristoranti non riapriranno il 4 maggio. Stiamo però lavorando per consentire ai ristoratori non solo consegne a domicilio ma anche attività da asporto. In ogni caso confidiamo di offrire a tutti gli operatori economici un orizzonte temporale chiaro, in modo da avere in anticipo tutte le necessarie informazioni e adottare per tempo le precauzioni utili a ripartire in condizioni di massima sicurezza. Il settore del turismo è quello più severamente colpito, anche perché non ha alcuna possibilità di rimediare, da solo, alle perdite accumulate. Il ministro Franceschini sta elaborando varie proposte per sostenere questo settore che, anche dal punto di vista economico, rimane uno dei punti di forza dell’intero “sistema-Italia””.
Il Veneto ha riaperto in anticipo molti settori. È un esempio virtuoso o c’è il rischio che ogni Regione vada per la sua strada aumentando il caos?
“Non possiamo procedere in ordine sparso. Non possiamo permettercelo perché il virus non conosce distinzioni territoriali e dobbiamo assolutamente prevenire una seconda ondata di contagi. Il piano nazionale che abbiamo messo a punto ci consente una ripresa ben strutturata, ragionata, senza concessione a improvvisazioni”.
Le è arrivata l’accusa di delegare ai tecnici le decisioni finali per non assumersi la responsabilità.
“Le accuse che mi arrivano dipendono dai giorni. A volte vengo descritto come troppo decisionista, altre volte come colui che ascolta troppo le opinioni altrui. Se non ti avvali del consiglio di esperti sei arrogante, se te ne avvali diventi pavido e indeciso. Ma la linea del governo è sempre stata chiara e univoca: gli scienziati e gli esperti hanno il compito di elaborare dati e informazioni e formulare suggerimenti. Le decisioni spettano al governo, e io per primo mi sono sempre assunto e sempre mi assumerò la responsabilità politica delle scelte adottate”.
Il neopresidente di Confindustria Bonomi ha parlato di “fase 2” confusa e in ritardo, e in molti hanno contestato il proliferare di task force a scapito della chiarezza e della celerità delle decisioni.
“Non si poteva pensare a un allentamento del lockdown nel pieno della fase acuta del contagio. Sarebbe stato irresponsabile. Quanto al numero delle task force, lo chiarisco una volta per tutte: in realtà sono solo due quelle che stanno offrendo suggerimenti destinati a orientare le decisioni del governo. Tutto qui”.
Le imprese, soprattutto al Nord, lamentano la burocrazia e la difficoltà di accedere agli aiuti.
“Sace ha già predisposto tutto per assicurare la piena garanzia pubblica sui prestiti alle imprese. Monitoreremo che anche le banche garantiscano la piena operatività dei provvedimenti”.
Grana mascherine. I prezzi sono fuori controllo e ancora oggi i dispositivi non ci sono in numeri sufficienti. Cosa intende fare il governo?
“Per le mascherine introdurremo presto un prezzo calmierato, in modo da evitare speculazioni e abusi di mercato. Quanto alla riduzione dell’Iva, in realtà farò di tutto per pervenire al più presto alla completa eliminazione dell’Iva”.
Una delle questioni più sentite dagli italiani è stata la difficoltà nel fare tamponi. Molti, seppur sintomatici, sono rimasti a casa senza possibilità di verificare se contagiati. E ora si chiedono: come potrà funzionare l’app per i tracciamenti se non aumenterà il numero di tamponi?
“Per gestire in sicurezza la fase 2 sarà necessaria una strategia integrata che il ministro Speranza sta già perseguendo: saranno necessari un deciso rafforzamento delle attività di contact tracing e il potenziamento della tele-assistenza. Saranno fondamentali anche i controlli molecolari con il tampone e sierologici, con l’analisi del sangue. Dovremo inoltre stimolare i presidi sanitari territoriali a lavorare di più con l’assistenza sociale”.
Capitolo economia. Lei ha rivendicato come un successo politico l’esito del Consiglio europeo sul Recovery Fund. Il successo, però, per ora è al massimo simbolico, il fondo va finanziato e non si sa quando sarà operativo, ma i soldi all’Italia servono subito. A quali risorse possiamo attingere subito?
“Il successo politico è notevole. Siamo riusciti a far convergere tutti gli Stati membri verso una soluzione del tutto innovativa, che sembrava impensabile solo poche settimane fa. Questo nuovo strumento va infatti ad affiancarsi alle misure già intraprese, a vari livelli. Ma anche io ho un approccio pragmatico e sono consapevole che adesso dobbiamo lavorare perché il Recovery Fund sia davvero consistente dal punto di vista della dimensione finanziaria e possa essere attivato subito attraverso un adeguato sistema di garanzie. Sarà importante anche che preveda trasferimenti, in modo da assicurare, nello spazio europeo, un reale “level playing field”, una pari chance di ripresa per tutti gli Stati membri, anche per quelli che si ritrovano con debiti pubblici più elevati”.
Lei ha sempre spiegato di non considerare il Mes la soluzione, ma si sente di dire una volta per tutte che, non essendoci condizionalità, l’Italia userà i 37 miliardi disponibili per spese sanitarie?
“Durante l’ultimo Consiglio Europeo sono intervenuto a ribadire che la nuova linea di credito non dovrà avere nessuna condizionalità, come è già nei patti, né macro-economica né specifica, né preventiva né successiva. Questo non significa che l’Italia è determinata a chiederlo. Ma a scanso di equivoci pretendiamo che le anticipazioni siano rispettate. Detto questo, quando avremo i documenti in mano potremo formulare valutazioni definitive. E come ho già chiarito: l’ultima parola sul punto spetta al Parlamento”.
Dopo lo scostamento di bilancio per altri 55 miliardi, il governo è atteso dal compito immane di un fabbisogno da 161 miliardi. Il rapporto debito Pil può schizzare al 155 per cento. Con questi numeri come si fa sperare che il Paese non resti strozzato in un circolo vizioso: debito-austerità-mancata crescita-debito?
“L’Italia deve approfittare anche degli strumenti finanziari messi a disposizione dall’Europa per programmare una ripartenza decisa e un rilancio risolutivo. Abbiamo un sistema anchilosato e burocratizzato: approfittiamo dei nuovi finanziamenti per farlo finalmente correre. Come governo stiamo preparando un ventaglio di misure “sblocca-Paese”, che andranno a incidere su tutti i gangli più macchinosi dei nostri apparati pubblici e del nostro sistema economico. Lavoriamo tutti in questa direzione, diamo tutti il nostro contributo per questa finalità e vedrete che l’Italia non sarà più il fanalino di coda nelle statistiche sulla crescita economica europea”.
Il governo, specie la componente 5 stelle, è accusato di aver usato la pandemia per ricollocare l’Italia nello scacchiere delle alleanze, spostandolo verso la Cina e aprendo un varco anche alla Russia.
“Questa accusa è una sonora sciocchezza. Abbiamo ricevuto solidarietà e aiuti dall’Europa, da singoli Stati Membri, dalla Cina e dalla Russia senz’altro, ma anche dai nostri tradizionali alleati statunitensi. Il nostro indirizzo di politica estera non muta e certo non può dipendere dalle contingenze dettate dalla pandemia”.
Forza Italia sembra ormai a un passo dall’appoggio esterno. E’ ipotizzabile che entri nella maggioranza per favorirne la rappresentatività?
“Forza Italia è una forza di opposizione. Dobbiamo avere rispetto per la distinzione dei ruoli. Questo non toglie la possibilità che si possa distinguere l’atteggiamento anche molto critico, ma costruttivo di Forza Italia dall’atteggiamento più strumentale assunto dagli altri partiti di centrodestra”.