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Esempi di tecniche applicate con successo per combattere flagelli letali

Vaccino Soberana Plus

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“SOBERANA” La sfida di Cuba al Covid19. Il racconto della sfida di un popolo alla pandemia e della resistenza ai 60 anni di blocco economico e politico da parte degli USA

23/12/2021 15:47

L’Unione Sindacale di Base prosegue il suo impegno solidale con il popolo Cubano con questo materiale audiovisivo, che crediamo serva a capire meglio la differenza tra una sanità pubblica e una sanità sempre più legata al privato, vogliamo inoltre annunciare qui l’impegno della nostra organizzazione nel costruire una campagna di aiuti concreti con l’acquisto di materiali sanitari di cui c’è scarsezza sull’isola e di iniziative di controinformazione sul territorio nazionale, anche attraverso la collaborazione con il sindacato dei lavoratori cubani, C.T.C. Central de Trabajadores de Cuba, membro, come l’USB, della Federazione Sindacale Mondiale, FSM-WFTU

Soberana 2 e il virtuoso sistema di ricerca scientifica di Cuba

09/05/2022 

Mentre gran parte del mondo aveva deciso, già dopo la prima ondata della pandemia, di proseguire la campagna vaccinale dando priorità alle fasce più a rischio, Cuba diventava il primo paese a dare il via alla campagna vaccinale in età pediatrica, grazie al vaccino Soberana. Strategia che si è rivelata poi vincente, permettendo di contrastare efficacemente l’ondata di Delta della scorsa estate e quella più recente di Omicron. Ma come può un’isola povera e sotto blocco economico – non solo da parte degli Stati Uniti – vantare dei grandi risultati nel campo della vaccinazione?

Soberana e la biotecnologia cubana

A maggio 2020, i diversi istituti della biotecnologia cubana si sono uniti per formare un’unica impresa biotecnologica così da fronteggiare al meglio e con le risorse già disponibili la pandemia da SARS-CoV-2. Tra questi l’Instituto Finlay de Vacunas, con sede a L’Avana, leader promotore del vaccino Soberana ed eccellenza nel campo della vaccinazione pediatrica da più di 30 anni. 

“È merito di aver investito anni e anni fa, subito dopo la rivoluzione, molto sulle biotecnologie. La biotecnologia avanzata ti permette di vaccinare così da debellare la maggior parte delle malattie infettive e abbassare una serie di costi” illustra a Scomodo Fabrizio Chiodo, ricercatore italiano, uno dei tanti coinvolti nel disegno dei diversi candidati vaccinali contro il Covid dell’istituto di vaccini Finlay. 

“Quando facevo un dottorato di ricerca nei paesi baschi, a San Sebastián, lavoravo in vaccini sintetici, quelli di nuova generazione. I più bravi in quel settore di ricerca erano di un centro cubano, l’Instituto Finlay de Vacunas, che ho conosciuto ad una conferenza e con cui collaboro molto attivamente dal 2014” prosegue il ricercatore. L’eccellenza si è riconfermata nel tempo e i diversi candidati vaccinali cubani contro il Covid-19 sono stati sviluppati utilizzando materiali con costi bassi e sicuri, perché utilizzati da più di 20 anni. È così che i diversi centri di ricerca si sono adoperati per ricercare, con tecnologie già note specialmente in pediatria, quelli che sono poi diventati i vaccini cubani: tra questi Soberana 02, “vaccino che sfrutta una tecnologia che va sotto il nome di vaccini coniugati, classe che nasce appositamente per la pediatria e già utilizzata dai ricercatori cubani per vaccini contro la polmonite, contro la meningite e contro l’emofilo di tipo B” spiega Chiodo. Per quanto riguarda il caso Cuba, vaccinare i bambini con 2-3 dosi di Pfizer o Moderna sarebbe stato molto più oneroso, anche vista la catena del freddo che questi vaccini necessitano per la conservazione. 

Una possibile chiave per un end game

In questi mesi il mantra è stato spesso: più il virus circola, più ha possibilità di mutare, più il rischio di ospedalizzazioni e decessi aumenta. Questo concetto Cuba sembra averlo compreso più di tutti, dal momento che nonostante la percezione diffusa che nei bambini la malattia non fosse grave, vaccinare la popolazione pediatrica ha significato impattare in maniera sostanziale sul contagio in popolazione adulta. “Aver vaccinato i più piccoli pensiamo sia stato un game-changer, la chiave per un ipotetico end game” sostiene fortemente Chiodo, che rammenta anche gli effetti indiretti di questa pandemia (ne avevamo parlato qui): “sono saltate la campagne di vaccinazione in Africa così come le campagne di diagnosi dei tumori e  aumentano i casi di morti post parto in gran parte dei paesi africani”.

Se nelle primissime varianti probabilmente il bimbo riusciva con il suo sistema innato a contenere il virus, e spesso anche a non contagiare, già con Delta ciò è saltato. Come fa notare il ricercatore dell’istituto Finlay, Cuba ha intercettato questo cambio di tendenza quando con l’ondata dell’estate scorsa molti anziani si stavano reinfettando proprio a causa del boom dei contagi tra i più piccoli. 

La chiave è stata dunque vaccinare la popolazione pediatrica, il 15-20% del totale, con 3 milioni di somministrazioni in età pediatrica (dai 2 anni in su) tra Cuba e Nicaragua. 1.7 milioni di inoculazioni tra i bambini nel periodo da settembre a novembre hanno permesso all’intera isola di affrontare Omicron senza complicazioni. Dal 15 novembre infatti non si è più registrato alcun decesso in età pediatrica per covid-19 e le vaccinazioni mirate agli under 18 sono avvenute anche prima della riapertura delle scuole.

Cuba è da sempre un emblema in termini di collaborazione tra società civile, scienza ed istituzioni. Proprio le istituzioni scolastiche sono state un nodo cardine della campagna di comunicazione e sensibilizzazione alla vaccinazione in età pediatrica: “persino ai più piccoli vengono illustrati grafici in cui viene descritta banalmente la risposta immunitaria al virus per chi si vaccina” racconta Chiodo. Questo è stato anche uno dei tanti fattori che hanno portato i genitori a vaccinare il 97% della popolazione dai 2 anni ai 5 anni. A ciò, ovviamente, si aggiunge una campagna mirata finalizzata ad ottenere il placet per prendere parte agli studi clinici, basata sulla piena trasparenza condita da una sostanziale constatazione della realtà: nonostante a Cuba i bambini abbiano un’aspettativa di vita più alta rispetto a coetanei della zona, l’intera popolazione sa benissimo che ciò è dovuto alle garanzie offerte dalla sanità e dalla biotecnologia pubblica cubana. La campagna di sensibilizzazione raggiunge il suo punto più alto, al contrario di quanto si possa pensare, in televisione dove – spiega Chiodo – “c’è una grande divulgazione scientifica, di altissimo livello culturale. Alle riunioni di presentazioni dello studio clinico vengono invitati a partecipare rappresentanti di genitori, scienziati che hanno prodotto il vaccino e se lo sono già iniettato, coloro che hanno contribuito a studi clinici passati, pediatri e membri del Ministero della salute”. 

E in Italia, quanti sono i bambini vaccinati?

Nonostante Italia e Cuba abbiano la stessa percentuale di vaccinati tra la popolazione adulta, Cuba, durante l’ondata di Omicron, ha reagito molto meglio.

L’elemento che sicuramente differenzia la campagna vaccinale italiana e quella cubana ha a che fare proprio con la popolazione in età pediatrica: gli ultimi aggiornamenti dell’Anagrafe dati vaccini, datati al 4 maggio, ci confermano che solo il 34.3% della popolazione di età 5-11 anni ha ricevuto un ciclo vaccinale completo, e che per i bambini sotto i 5 anni non ne è previsto ancora alcuno. L’Unione europea, infatti, dove mediamente più del 73% della popolazione è vaccinata, non ha ancora approvato la circolazione di nessun vaccino per la fascia 0-5.

Come ci dice il ricercatore Chiodo, però, “in un virus con questa alta trasmissibilità, se non hai altre misure di contenimento, è necessario vaccinare la popolazione pediatrica”, per evitare che questi diventino un importante veicolo di trasmissione, oltre che esporre loro stessi al pericolo del virus. 

Il gioco del profitto e degli “standard produttivi”

Su questa linea, coerentemente con le dichiarazioni del CEO di Pfizer, Albert Bourla, di avere dei dati sperimentali entro aprile per la fascia 0-5, la Food and Drug Administration ha rilasciato un comunicato stampa il 25 aprile, in cui dichiara di aver “ampliato l’approvazione del trattamento Veklury per il COVID-19 per includere pazienti pediatrici di età pari o superiore a 28 giorni, che pesano almeno 3 kg, con risultati positivi”. La direttrice del Centro per la valutazione e la ricerca sui farmaci dell’agenzia regolatoria FDA, Sally Choe, ha dichiarato che “poiché COVID-19 può causare gravi malattie nei bambini (..) continua a esserci la necessità di opzioni di trattamento COVID-19 sicure ed efficaci per questa popolazione”. Per questa ragione, dopo mesi di iter, la FDA ha approvato questo vaccino alla Gilead Sciences Inc: una società biofarmaceutica americana con sede in California. Il rapporto annuale sulle finanze dell’azienda, pubblicato il mese scorso, registra nel 2021 un utile netto di 6.225 miliardi di dollari e un fatturato di 27.305 miliardi di dollari. È in aziende e per aziende come queste che sembra che la sicurezza e l’efficienza non siano gli unici obiettivi perseguiti dall’inizio, e che il profitto giochi un ruolo centrale anche quando si parla di emergenze sanitarie. 

Nel mondo esiste già un vaccino sicuro ed efficace per la popolazione pediatrica, ed è Soberana 2. Ma è sul terreno del profitto e degli standard produttivi che si gioca la sua partita, e per un paese sotto embargo economico da oltre 60 anni non è facile. Nonostante dal 1992 siano state 29 le richieste dell’ONU agli USA sulla cessazione del bloque economico, considerata un’arma che viola apertamente i diritti umani e il diritto internazionale, Cuba continua ad essere sotto blocco. Tra le altre conseguenze, appare evidente come i vaccini cubani non riescano ad avere gli standard produttivi che richiede EMA, e che hanno il sapore di politiche protezioniste: alzare l’asticella in modo che prodotti provenienti da paesi più poveri non possano diventare competitor all’interno del proprio mercato.

“Quello che si vuole fare con Soberana 2 è sfruttare il concetto di unmet medical needs per provare la produzione in Italia o per provare studi clinici, ad esempio in pediatria, sempre sul territorio italiano”, ci racconta Chiodo. Partendo dal presupposto che devono essere i bisogni degli utilizzatori a guidare gli investimenti regionali in servizi per la Salute, appare evidente come la mancanza di un vaccino riconosciuto da EMA per la popolazione 0-5 debba aprire un dialogo con Stati, come Cuba, che sono stati in grado di produrlo. 

L’apertura al dialogo tra Italia e Cuba su Soberana

È per questa ragione che l’Italia, con l’aiuto di AICEC (Agenzia per gli Scambi Culturali ed Economici con Cuba), la Rete Sano Giusto e Solidale e le ambasciate dei due paesi, Italia e Cuba hanno rinnovato il rapporto con la rete ospedaliera torinese, che si è avvalsa del supporto di medici e infermieri della Brigata Henry Reeve nella prima ondata, e che oggi dialoga sui vaccini. Il rapporto è possibile, come ci ricorda Chiodo, perchè “c’è molta fiducia nelle istituzioni italiane ed europee sull’affidabilità della ricerca cubana, senza cui non sarebbe stato possibile aprire un dialogo”. L’iter ha avuto il suo picco con l’intervento del ricercatore Chiodo e del direttore dell’Istituto Finlay, Bencomo, alla Camera dei deputati il 9 marzo, durante il quale i due hanno “fatto parlare la scienza”, presentando gli ottimi risultati di Soberana 2 sulla popolazione cubana, e cercando l’apertura di un dialogo per ottenere un controllo del vaccino anche su suolo europeo. “Siamo qui in Italia perché quello che abbiamo fatto è estremamente importante per l’umanità e vorremmo condividere con gli altri questa grande scoperta”, sono le parole di Bencomo, che manifestano una presa in carico collettiva della responsabilità per la risoluzione di questa pandemia. È su questa linea che il 28 aprile è stato firmato un accordo per avviare la produzione del vaccino pediatrico cubano Soberana 2 anche in Italia (ne avevamo dato notizia qui). 

Perché parlare di responsabilità collettiva nella lotta a COVID-19

Essere soddisfatti del più del 70% di tasso di vaccinazione della popolazione occidentale, quando al 5 aprile solo il 15,3% della popolazione africana era vaccinata, è un problema. Non si può affrontare localmente un problema globale, ed è proprio per questo che Cuba ha dichiarato di voler collaborare con AIFA ed EMA, per riuscire a distribuire il proprio vaccino pediatrico nel mondo.

Fino a quando tutta la popolazione mondiale non sarà protetta, il virus continuerà a circolare e sarà responsabilità anche del mondo dell’informazione rendere noti i tentativi di avvicinamento e di mutuo soccorso nella gestione di questa pandemia. È infatti grazie alla vaccinazione in massa e distribuita a tutta la popolazione con Soberana che Cuba ha gestito molto bene l’ondata sia di Omicron che di Delta, arrivando oggi a percentuali di contagiati molto basse.

“Cuba mi ha insegnato che ogni vita umana va rispettata, dalla più giovane a quella più anziana.” conclude Chiodo. Proprio focalizzandosi su questo principio, il paese del Centro America ha contestualmente salvato la vita a persone più fragili vaccinando i più piccoli, bisognosi comunque di essere protetti da forme di long covid e veicolo più facile di diffusione del virus.Articolo di Andrea Carcuro, Cecilia Pellizzari

Mariani: «Ecco perchè sono andato a Cuba per vaccinarmi con Soberana»

Sono le sette del mattino all’Avana e fuori dal centro internazionale di salute La Pradera un autobus attende 35 volontariə italianə recatisi nella Repubblica di Cuba il quindici novembre per lo studio di osservazione clinica sul vaccino “Soberana plus”. Un vaccino per contrastare il Covid-19 progettato dall’Instituto Finlay de Vacunas dell’Avana e utilizzato nell’isola caraibica: l’istituto di ricerca cubano in collaborazione con l’ospedale Amedeo Savoia di Torino ha avviato la ricerca clinica per sperimentare un booster, la “terza” dose di richiamo.

Soberana è un vaccino proteico a subunità, una tecnologia sperimentata da anni, nello stesso modo è statoprodotto il vaccino per la meningite e non solo. Questo booster si differenzia dalle altre “terze dosi” per la composizione, ma anche previa conferma dello studio, per la sua versatilità essendo somministrabile in seguito a Moderna, Pfizer, Astra Zeneca o Johnson&Johnson.

In attesa degli esiti dello studio, si può già ipotizzare che non sarà distribuito in Italia a breve termine anche a fronte di un risultato positivo: attualmente l’istituto Finlay ha richiesto l’approvazione all’agenzia europea del farmaco (Ema) e attende gli esiti della valutazione dell’Organizzazione mondiale della sanità, ma le implicazioni politiche rischiano di comprometterne la diffusione.

La ricerca cubana ha dimostrato ampie competenze in campo scientifico e nonostante le problematiche del “bloqueo” (blocco economico) è riuscita a reperire tutti i materiali necessari per l’elaborazione di Soberana, l’entusiasmo di Federico Mariani, sindacalista USB di Roma e componente della delegazione di volontari italiani all’Avana racconta l’esperienza dello studio sulla “Vacuna Soberana plus”.

In cosa consiste il progetto “Soberana plus” Avana-Torino e come mai ha deciso di partecipare?

Mi sono candidato allo studio di osservazione clinica sul Soberana plus e sono stato scelto. La selezione iniziale per individuarei volontari della delegazione valutava sia la tipologia di vaccino fatta che le caratteristiche fisiche e di anamnesi medica. Hanno individuato persone che avevano avuto il Covid, quindi non vaccinate ma ancora immuni e persone che avevano ricevuto il vaccino prima e seconda dose per chi ha fatto Moderna, Pfizer e AstraZeneca o come il mio caso una sola dose con Johnson & Johnson. 

È uno studio sul booster Soberana plus, un vaccino proteico a subunità, una tecnica che a Cuba si usa da circa trent’anni e conosciuta dal ‘54. C’è un’ampia storia e sicurezza, questo è quello che mi ha spinto sin da subito non solo a fare il tifo affinché Cuba riuscisse a produrli, a sintetizzarli e ad arrivare alla fine degli studi, ma è anche più di un anno che cerco il modo per riuscire a fare questo vaccino piuttosto di quelli a mRNA.

È una tecnica particolare che costa relativamente poco, ma ci vuole molto tempo per la produzione e servono dei macchinari particolari, qui a Cuba proprio in virtù del bloqueo che va avanti ormai da sessant’anni hanno sviluppato questa procedura. Cuba ha prodotto 4 vaccini anticovid: Abdala, Mambisa, Soberana1, Soberana2 e Soberana Plus. Quest’ultimo è proprio pensato come booster eterologo, ingegnerizzato per poter essere iniettato a chi ha fatto gli altri tipi di vaccini, per poter stimolare la cosiddetta memoria cellulare, quindi dopo l’inoculazione dovrebbe partire una grande risposta del sistema immunitario, e secondo le evidenze scientifiche raccolte fin ora pare funzionare e consentire quindi una protezione più sicura e prolungata nel tempo.

Come si svilupperà lo studio?

Siamo arrivati all’Avana e per prima cosa abbiamo fatto uno screening classico: temperatura, pressione, situazione sanitaria della persona tramite un formulario, visite approfondite dei medici, un tampone per capire se portassimo una qualche carica virale e un prelievo del sangue per un conteggio degli anticorpi. La mattina successiva al nostro arrivoci hanno inoculato il Soberana plus, il sedici eravamo già tutti vaccinati. Poi, tutti i giorni, vediamo i medici di questo centro clinico, c’è proprio uno staff che ci segue, ci visita e ci chiede disegnalare eventuali reazioni avverse, fin ora non ce ne sono state in nessuno dei 35 partecipanti. (ti seguono pure per cose che non sono legate al Soberana, un acciacco, una cosa articolare, si sono messi a disposizione con tutta la loro attrezzatura per poter dare aiuti agli italiani venuti qui per questo studio).

Al ventottesimo giorno dall’inoculazione del vaccino andremo a Torino per la seconda parte. Il 14 dicembre all’ospedale Amedeo Savoia di Torino ci verrà prelevato un campione di sangue, verremo visitati e riempiremo nuovamente un formulario. A questo punto avranno i dati sul nostro stato medico prima e dopo il vaccino Soberana plus. 

Tutto è fatto con metodo scientifico: siamo diventati anonimi, ognuno di noi è riconosciuto da un numero e da una lettera, quindi non si sa di chi si tratta. Loro non sanno se quel numero e quella lettera corrispondono a una persona che ha avuto il Covid e ha sviluppato gli anticorpi per via della malattia oppure se si tratta di una persona vaccinata con Moderna, Pfizer, Astra Zeneca o Johnson & Johnson. Conteranno i linfociti T, le emoglobine, le immunogammaglobuline e la tipologia di anticorpi sviluppati dall’organismo rispetto al Covid per ogni caso clinico. Infine, accoppieranno i risultati al numero e alla lettera predefiniti e lo studio verrà analizzato tramite lo scambio di informazioni e di campioni tra Cuba e Torino.

Cosa porta Cuba ad autoprodurre un vaccino e a chiamarlo “Soberana”?

Quando è scoppiato il Covid il problema è stato: come facciamo a vaccinare la popolazione cubana se qui c’è il bloqueo e non possiamo comprare vaccini da altre parti del mondo e non abbiamo i soldi per farlo? Dobbiamo svilupparne uno. 

In un discorso pubblico il presidente della repubblica di Cuba dichiara che era necessario fare un vaccino sovrano, un vaccino nostro, da quel giorno la gente ha cominciato a chiamarlo così, la “Vacuna Soberana”. Gli scienziati non sono riusciti ad applicare il nome scientifico, è rimasto il nomignolo popolare che gli era stato assegnato per la strada.

È stata fatta una campagna che ha portato alla vaccinazione del 90% della popolazione. Più di dieci milioni di persone sono state vaccinate almeno con la prima dose su undici milioni totali. Ho visto una cosa che in Italia non si vede, la gente fa la fila per andarsi a vaccinare, le mamme portano i loro figli a vaccinarsi. La gente ha completa fiducia in questo sistema sanitario.

Ci sono differenze rispetto alla sanità italiana?

Qui i medici ti visitano, conoscono la tua storia, sanno chi sei. C’è il medico del villaggio, del paesino, del quartiere che conosce i suoi pazienti uno per uno, la storia clinica e anche le condizioni di vita. Soprattutto, oltre alla comunicazione con il paziente, ci sono quei medici di una volta che noi non abbiamo più: ti sdraiano, ti visitano, ti auscultano, ti toccano. Diversi medici sono presenti nella nostra delegazione, un cardiologo ha raccontato «io quello che fanno loro non sono più capace di farlo, non sono mai stato capace, non me l’hanno mai insegnato». Qui i medici ti palpano il fegato e ti sanno dire se è ingrossato o meno se c’è qualche problema rilevabile al tatto. C’è un rapporto diverso col paziente che è una cosa fantastica. Hanno una sanità pubblica diffusa sul territorio, è una cosa che si vede palesemente. Ci sono almeno 500mila operatori della sanità, su undici milioni di abitanti.

Hai delle preoccupazioni rispetto a questo vaccino?

L’ aspetto che preoccupa alcuni di noi, me compreso è che tornando in Italia con un booster già fatto ma non riconosciuto dall’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) e neanche dall’European Medicines Agency (Ema), potremmo essere costretti (per le questioni che sta spingendo il governo Draghi) a fare un’altra dose tra quelle approvate per poter avere un green pass e accedere al posto di lavoro o ai luoghi pubblici.

Questa ulteriore dose, somministrata per questioni più burocratiche che altro, rischia di scatenare una tempesta di reazioni del sistema immunitario provocando anche dei danni. Come delegazione stiamo ragionando su cosa fare, la questione verrà sottoposta alle autorità all’arrivo in Italia ma sollevata anche tra qualche giorno quando parleremo con il personale dell’Ambasciata italiana a Cuba.

Se la scienza dice che io sono protetto non vedo perché la burocrazia deve vincere sulla scienza. È un continuo invito ad appellarsi e fidarsi della scienza, poi quando la scienza si esprime, non vale perché bisogna rispettare il regolamento che la contraddice, è una follia. 

Siamo stati due anni immersi in una discussione di questo tipo e adesso Soberana non vale perché è prodotto a Cuba, il problema sta tutto là. Alla fine della fiera qui c’è un problema politico gigantesco che vince sula scienza. Questo paese è riuscito a fare un vaccino sicuro, con una tecnica non sperimentale ma consolidata da 54 anni. Hanno messo insieme tutte le competenze, facendo parlare i diversi dipartimenti scientifici, il governo ha invitato gli studiosi dei diversi settori che stavano lavorando separatamente sui vaccini a unire le forze. Hanno lavorato h 24, sette giorni su sette, per sei mesi e lo hanno fatto sotto un blocco economico stringente.

Mentre altri vaccini sono stati immediatamente riconosciuti e autorizzati in via emergenziale, che non è quindi in via definitiva, per quello cubano siccome c’è il bloqueo non è stato possibile. Cuba sta terminando la trafila affinché lo studio rispecchi tutti i punti è il vaccino possa essere riconosciuto da Oms, Ema, Food and Drug Administration (Fda) e dall’Agenzia Italina del farmaco (Aifa). Ma loro già sannoche questo non accadrà perché si tratta della Repubblica di Cuba.

Cosa ti porta a parlare di bloqueo e non di embargo?

Non voglio parlare di embargo perché ci hanno spiegato molto bene la situazione. Negli Stati Uniti c’è una legge che permette di sanzionare e interrompere le relazioni con chiunque venda o commerci con Cuba materiali che contengano minimo il 10% di tecnologia statunitense. Se una ditta straniera vende prodotti con queste caratteristiche sul mercato cubano verrà sanzionata lei e le banche che l’hanno aiutata nella transazione finanziaria. 

Si tratta di un vero e proprio blocco. È una legge degli Stati uniti e non è l’embargo di un paese contro un altro. Una legge che interviene su tutti gli altri paesi del mondo, quindi questo paese è strozzato e si vede. È vero che qui la sanità è eccellente ma potrebbero svilupparsi su tanti altri settori, invece si sono concentrati soprattutto su educazione e sanità.

I rinnovamenti portati avanti sono rallentati tantissimo dal bloqueo, nonostante esista qualche paese che si relaziona con loro, ma qui siamo nei Caraibi, a 80 miglia dalla Florida, l’area geografica è questa. Se non ci fosse il bloqueo penso che Cuba sarebbe non solo in una situazione diversa ma un faro (lo è già per altri versi) dal punto di vista sociale ed economico per tantissime altre realtà. Poi è vero che ci sono dei problemi, lo raccontano loro stessi, ma il modo in cui provano a uscirne mi sembra corretto, cioè quello del confronto.

Cosa pensi dovrebbero fare le autorità italiane rispetto al vaccino Soberana?

Quello che dovrebbero fare le autorità italiana è mettersi in relazione con le strutture ospedaliere e scientifiche cubane e torinesi, dare una mano per completare rapidamente tutti i passaggi richiesti dall’Oms. Siamo alla fine del processo per il riconoscimento ufficiale di questo vaccino, Soberana plus come sta dimostrando l’evidenza scientifica protegge al 100% dalla morte e i dati ci dicono al 92,5% dall’infezione. Siamo tra i livelli più alti se non il più alto di tutti i booster che ci stanno proponendo. 

Io sono entusiasta di quello che ho visto e di come sta andando avanti questa storia, ma è un atto criminale, quello che sta succedendo nei confronti della popolazione cubana sulla questione della sanità e dei vaccini. Dovremmo lottare anche in Italia affinché Soberana possa essere approvato: per arrivare nei paesi dove non hanno i soldi per pagare le grandi multinazionali del farmaco e per aiutare quest’isola a uscire fuori dal blocco.

22/06/202110:37

Vaccini: Cuba, Abdala con tre dosi efficace al 92,28% Si aggiunge a Soberana 02 che con due dosi ha raggiunto il 62% 

– L’AVANA, 22 GIU – Il mondo della ricerca scientifica cubana annuncia che il vaccino Abdala contro il Covid-19, sviluppato dal Centro di ingegneria genetica e biotecnologia (Cigb), ha una efficacia con tre dosi del 92,28%. Lo scrive oggi il quotidiano del Partito comunista, Granma. Il presidente cubano Miguel Díaz-Canel è intervenuto ieri pomeriggio alla cerimonia in cui sono stati annunciati i risultati, ed ha sottolineato che “in 13 mesi i ricercatori del Cigb hanno raggiunto un traguardo mondiale e lavorano per un successo ancora più importante”. Il giornale da parte sua ricorda che con il suo 92,28% di efficacia “Abdala supera ampiamente il requisito minimo posto dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) che per i vaccini contro il Covid-19 è del 50%”. Díaz-Canel ha sottolineato inoltre che “nelle 48 ore trascorse da sabato a lunedì Cuba, Paese povero e piccolo, ha scosso il mondo” annunciando il successo della sperimentazione di ben due vaccini, il Soberana 02, che con due dosi ha raggiunto una efficacia del 62%, ed ora Abdala. Il capo dello Stato cubano aveva incontrato sabato i ricercatori dell’Istituto Finlay che gli avevano spiegato come le due dosi del vaccino Soberana 02, che ha terminato la fase di sperimentazione 3, saranno integrate da un rinforzo di una terza dose di Soberana Plus che dovrebbe collocarlo tra i vaccini più efficaci per il controllo del virus SARS-CoV-2. La direttrice generale del Cigb, Marta Ayala Ávila, ha sottolineato ch l’analisi finale degli studi di efficacia di Abdala condotti da un gruppo indipendente include non solo la risposta a un ceppo iniziale di SARS-CoV-2 (DG614G ), ma anche i mutanti Alpha, Beta e Gamma.