Covid Kp3. Cosa sappiamo della nuova variante
I contagi di Covid risaliti in queste ultime settimane sono spinti dalla variante Kp3. A spiegare le caratteristiche di quest’ultima variante, è Fabrizio Pregliasco, Direttore Sanitario dell’IRCCS Ospedale Galeazzi e Professore associato di Igiene Generale e Applicata dell’Università degli Studi di Milano:
“La Kp3 di Covid, ora dominante in Italia, appartiene alla famiglia di varianti Omicron, che, in generale, è meno patogena. La severità dei sintomi è tendenzialmente inferiore rispetto alle prime varianti del virus i più fragili. La popolazione inoltre ora gode di un’immunità ibrida, dovuta sia alle infezioni contratte in precedenza sia alla vaccinazione. Un’immunità che offre una certa protezione, anche se non totale”.
I sintomi della variante Kp3 sono simili a quelli delle altre varianti del Covid-19, ma generalmente meno gravi. Questi includono dei sintomi simil-influenzali, come: febbre, tosse, difficoltà respiratorie, perdita di gusto e olfatto. Questa variante è quindi tutto sommato benevola in termini di patogenicità. Questo ci tranquillizza, ma non ci deve fare abbassare del tutto la guardia.
In Italia, nel periodo dal 27 giugno al 3 luglio, è stato osservato un rialzo dei contagi da Covid-19 rispetto alla settimana precedente, in cui era già stato registrato un aumento del 25% di contagi; il numero di tamponi è aumentato da 79.339 a 81.900, con un tasso di positività in crescita dal 3,2% al 4,7%.
Come osservato dal direttore scientifico della Simit, la Società italiana di Malattie infettive e tropicali, Massimo Andreoni: “siamo di fronte ad un picco estivo dei casi Covid che certamente era inatteso perché di fatto avevamo visto un progressivo scemare dei contagi”.
Per i casi gravi e soprattutto in pazienti anziani o che presentano altre patologie come diabete o problematiche respiratorie o cardiache, è disponibile in commercio un trattamento antivirale specifico. Tuttavia, per la maggior parte delle persone, un trattamento con antinfiammatori e qualche giorno di riposo è sufficiente.
Il virus Sars-CoV-2 non è più stagionale ma determinato nella sua aggressività dalle varianti che emergono.
Le precauzioni
Quanto alle precauzioni, visto che stiamo andando incontro ai viaggi per le vacanze con treni e aerei verso località turistiche molto affollate, indossare la mascherina rimane una delle difese migliori, ed è inoltre consigliato evitare i luoghi affollati soprattutto quando si ha a che fare con persone fragili e lavarsi spesso le mani.
Come riconoscere i sintomi della nuova variante Covid Kp3
Nonostante il Covid non sia una malattia stagionale, quest’estate siamo di nuovo alle prese con una variante del virus, che torna a far risalire i contagi, la variante Kp3.
Quali sono le caratteristiche di questa nuova variante? Quali sono i sintomi a cui fare attenzione? Sono ancora necessarie le mascherine? Ne parliamo con il prof. Fabrizio Pregliasco, Direttore Sanitario dell’IRCCS Ospedale Galeazzi – Sant’Ambrogio e Professore associato di Igiene Generale e Applicata presso la sezione di Virologia del dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute dell’Università degli Studi di Milano.
Le caratteristiche della variante Kp3
La Kp3 appartiene alla famiglia di varianti Omicron, che, in generale, è meno patogena. Questo significa che, pur essendoci ancora decessi tra le persone più fragili (circa 20 a settimana), la severità dei sintomi è tendenzialmente inferiore rispetto alle prime varianti del virus.
La popolazione inoltre ora gode di un’immunità ibrida, dovuta sia alle infezioni contratte in precedenza sia alla vaccinazione. Un’immunità che offre una certa protezione, anche se non totale.
“Il virus del Covid-19 è camaleontico – spiega il prof.Pregliasco – e si caratterizza proprio per la sua capacità di mutare. Ma ogni volta che il virus si replica, possono verificarsi errori nella sequenza genomica. Alcuni di questi passano inosservati, mentre altri possono offrire vantaggi al virus in termini di immunoevasività, cioè una maggiore capacità di sfuggire al sistema immunitario e di conseguenza diffondersi maggiormente tra la popolazione”.
Questa è una caratteristica comune anche ai virus influenzali. Tuttavia, a differenza di questi ultimi, le varianti di Covid si sviluppano molto più frequentemente, circa ogni 4 o 6 mesi con un moto a onda. Inoltre, il virus del Covid non è stagionale, per cui le mutazioni non dipendono dalle condizioni climatiche.
Sintomi della Variante Kp3
I sintomi della variante Kp3 sono simili a quelli delle altre varianti del Covid-19, ma generalmente meno gravi. Questi includono dei sintomi simil-influenzali, come:
- febbre;
- tosse;
- difficoltà respiratorie;
- perdita di gusto e olfatto (meno comuni, ma che con questa variante abbiamo visto ripresentarsi).
“Le varianti Kp2 e Kp3 – continua Pregliasco – sono quindi tutto sommato benevole in termini di patogenicità. Questo ci tranquillizza, ma non ci deve fare abbassare del tutto la guardia”.
Anche la durata dei sintomi è simile a quella delle altre infezioni respiratorie, per questo è difficile distinguere il Covid-19 da altri virus respiratori senza avere effettuato un tampone.
Come curarsi
Per quanto riguarda invece il trattamento, molto dipende dalla tipologia di paziente e dalla gravità dei sintomi.
“Per i casi gravi – sottolinea Pregliasco – e soprattutto in pazienti anziani o che presentano altre patologie come diabete o problematiche respiratorie o cardiache, è disponibile in commercio un trattamento antivirale specifico. Tuttavia, per la maggior parte delle persone, un trattamento con antinfiammatori e qualche giorno di riposo è sufficiente”.
Come proteggersi
Per prevenire l’infezione dalla variante Covid Kp3, è importante mantenere alcune misure igieniche fondamentali, che abbiamo imparato a conoscere molto bene in questi anni:
- lavare frequentemente le mani;
- utilizzare mascherine in ambienti a rischio, ad esempio, nei reparti ospedalieri con pazienti immunodepressi;
- evitare contatti stretti con persone infette.
Se si è fragili o si vive con persone fragili è consigliabile effettuare un tampone in caso di presenza di sintomatologia, poiché in questa fascia di popolazione gli effetti del Covid possono essere ancora molto gravi. Questa indicazione è valida anche per gli operatori sanitari.
Chi deve vaccinarsi?
La vaccinazione rimane comunque uno strumento cruciale, anche in questa fase in cui il Covid tende a farci meno paura.
“Come abbiamo visto in precedenza – prosegue Pregliasco – stiamo parlando di un virus estremamente mutevole, per cui quello a cui siamo esposti non è esattamente quello per cui siamo stati vaccinati.
È un po’ come nei film: quando si fa l’identikit del cattivo, ma poi questo si taglia i baffi o si mette gli occhiali. Raccomando quindi alle persone fragili di vaccinarsi contro il Covid nella prossima campagna vaccinale con il vaccino aggiornato, così come si fa ormai da molti anni per l’influenza. Alle persone ultra fragili raccomando invece la vaccinazione sin da ora”.
In sintesi, siamo in una fase di convivenza con il Covid-19, che richiede attenzione e buon senso. Riconoscere i sintomi della nuova variante Kp3, adottare misure preventive e seguire le raccomandazioni vaccinali può aiutare a ridurre il rischio di infezione e soprattutto proteggere le persone più vulnerabili”.